
È di pochi giorni fa la sorprendente notizia della fine del monopolio di Telepass sulle autostrade italiane.
È stato lanciato sul mercato, infatti, UnipolMove, il nuovo servizio alternativo di Unipol per pagare i pedaggi autostradali, nonché primo concorrente diretto per Telepass.
Non voglio, però, soffermarmi su questa nuova alternativa, bensì sulla reazione di Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, che inconsapevomente ci ha dato una bella lezione di imprenditorialità che tutti dovremmo seguire.
In un post su LinkedIn, infatti, ci ha tenuto a precisare che il monopolio di Telepass era già finito dal 2004, ma che in un modo o nell’altro erano comunque “monopolisti per forza” perché “nel nostro mercato si sono interessati solo brand dedicati ai veicoli pesanti, ma nessuno che abbia voluto provare a portare la concorrenza, con tutti i benefici che ne seguono, nel mercato che chiamiamo B2C.”
Prosegue affermando che esistono due tipi di monopolista: quello che “si culla sugli allori, forte della sua posizione” e quello che “(e questi siamo noi) smette di sentirsi monopolista ben prima che il monopolio finisca“.
Questo perché sei anni fa hanno deciso di “fare altro rispetto al casello“, iniziando ad occuparsi di “mobilità a 360° in un mercato dove siamo (o meglio eravamo) noi gli outsider. Un mercato competitivo, pieno di aziende capaci e agguerrite“.
Conclude il discorso dimostrandosi felice dell’ingresso di UnipolMove nel mercato, facendogli un in bocca al lupo, ma soprattutto prendendolo come uno stimolo perché “la competizione ci obbligherà, giorno dopo giorno, a migliorarci ancora di più.“
Ecco, questa lettera deve essere un esempio per tutti noi perché ci insegna due cose:
- che non dobbiamo mai considerarci i “primi assoluti” in qualcosa, perché prima o poi la concorrenza bussa alla porta, e se sarà più organizzata di noi, ci metterà due secondi a spodestarci;
- che non dobbiamo mai restare fermi, ma continuare costantemente a pensare e ad implementare nuovi servizi e soluzioni per mantenere il nostro primato o anche per sovrastare chi è sopra di noi.